L’origine del mio nome è frutto di uno scambio d’identità, giacché non ho nulla a che vedere con il Gamay coltivato nella regione francese del Beaujolais (un’area AOC, ovvero appellation d’origine contrôlée), nei pressi di Lione.
Probabilmente l’errore fu commesso quando iniziarono le prime trascrizioni di viticoltura da chi commerciava con il sud della Francia e prese un abbaglio.
A causa di questo scambio d’identità per lungo periodo sono stato allevato con la tecnica ad alberello, un metodo “francese” di potatura della vite, molto lontano dalla tecnica a “vite maritata” utilizzata fin dagli etruschi nelle zone limitrofe al lago Trasimeno.
Studi genetici recenti, sviluppati dall’università di Perugia, hanno invece dimostrato che appartengo alla famiglia dei Grenache, diffusa in diverse zone nella Francia meridionale. Presso il campo sperimentale di Capezzano (PG) nel periodo compreso tra il 1998 e il 2001, è stata condotta una sperimentazione eseguita su un nuovo clone di Alicante. Da questi è emerso che il Gamay del Trasimeno è la stessa varietà conosciuta anche in altre zone d’Italia con il nome di Cannonau (in Sardegna), Tocai Rosso (in Veneto), Bordò nelle Marche, e a livello internazionale come Garnacha (Spagna), Grenache (Francia) e in generale Grenache Noir in tutto il resto del mondo.