Quest’anno sono un po’ indietro con l’andamento vegetativo perché i primi di aprile ho dovuto affrontare una brutta gelata e le notti sono state particolarmente rigide.
I miei fiori sono poco vistosi ma caratteristici: si nota bene la differenza varietale perché il grappolo è verde con delle escrescenze rosse.
Sulle mie piccole sfere verdi e rosse è presente un gran numero di abbozzi fiorali, dai quali poi si sviluppano i singoli fiori.
Ogni fiore è inizialmente coperto da un cappuccio protettivo che si stacca all’inizio della fioritura e espone pistilli e stami. In questa fase avviene la fecondazione. La vite coltivata in Europa è ermafrodita, ha organi riproduttivi sia maschili che femminili, è autoimpollinante e per questo non necessita di alcun intervento da parte degli insetti.
La fecondazione avviene quando il seme maschile si fonde con la cellula uovo femminile nel mio ovaio. Mentre dai fiori fecondati si sviluppano i primordi degli acini, i fiori non fecondati li lascio cadere.
Lo sviluppo dell’infiorescenza dipende molto dalle condizioni climatiche: temperature più elevate possono accelerarne lo sviluppo, ma la pioggia o una fase di calore improvviso possono danneggiare i frutti. Di conseguenza, il clima durante la fase di fioritura è cruciale per la resa successiva.
Per fortuna ho il lago vicino a me che funge da volano termico proteggendo il mio sviluppo, mitigando i freddi più rigidi e stemperando le calure più torride.